L'inglese: croce e delizia! Quante difficoltà, ma anche quante agevolazioni. Venite a scoprirle a partire da questo articolo e soprattutto a farle vostre, così da apprendere l'inglese in modo intelligente e con minori sforzi.
L’inglese: croce e delizia! Istruzioni per l’apprendimento.
L’inglese: questa lingua tanto famosa con cui infiorettiamo ogni discorso per renderlo più figo, più accattivante, più convincente.
“Facciamo la call?”: una richiesta fatta col timbro di voce e lo sguardo sexy di Uma Thurman quando ti vuole indurre nella tentazione di prendere “una Schweppes solo io e te”.
Oppure c’è chi pensa di fare un complimento dicendo con orgoglio “Sei proprio una MILF“, poi gli arriva un bel ceffone e capisce che sta arrecando un’offesa o un disagio alla sua interlocutrice.
L’inglese: croce e delizia!
Eppure la fama e l’ampio uso di questa lingua franca non ci garantiscono, ahimè, l’immunità da grane.
Pensiamo, per esempio, a quelle lettere e parole scritte in un modo e pronunciate in tutt’altro modo (mica come l’italiano, le cui parole si leggono esattamente come si scrivono!).
Pensi che ti si stiano accappottando gli occhi o cerchi di svignartela inventando dal nulla la pronuncia di quella parola.
L’inglese: croce e delizia! Il Simple Past.
Pensiamo anche al famigerato Simple Past e a quella tabella dei paradigmi, in fondo al libro di grammatica inglese, da imparare a memoria. Quanta vergogna nel non ricordare il paradigma di un verbo che magari non usi quotidianamente, ma che “DEVI SAPEREH”!
La desinenza -s: un po’ internazionale, ma spesso bistrattata in inglese.
E che ne dite di quella piccola desinenza -s che spesso è messa quando non occorre o, al contrario, dimenticata quando serve?
Senza dimenticare che questa desinenza è usata pure in francese e in spagnolo (es. fr. les Misérables, sp. los amigos).
Pertanto, se si fanno dei ponti d’asino fra queste due lingue e l’inglese, risulterà più facile ricordare di mettere quella benedetta -s alla fine di un sostantivo plurale o (ditelo insieme a me, a mo’ di coro) “alla terza persona singolare del verbo al Simple Present (presente semplice)“.
Dalla padella alla brace: le collocations e i phrasal verbs.
Per non parlare delle collocations e dei phrasal verbs: in questo caso dobbiamo sì abbracciarci la croce, ma “la pratica spratica”! E anche per questi due casi ci sono dei trucchetti.
Sento dalla distanza le imprecazioni di migliaia di docenti di fronte a compiti cartacei o digitali in cui certe regole sono del tutto ignorate o applicate in modo errato (per non usare un’espressione più colorita).
Ebbene, ho tre segreti da svelarvi per evitare questa trasformazione da Dr. Jekyll a Mr. Hyde dei vostri e delle vostre docenti:
- in tutte le lingue esistono delle regole da applicare, quindi prima accettate questa realtà di fatto, meglio è per il vostro percorso di apprendimento e meno complessi mentali vi create;
- ci sono dei trucchi per capire quando usare (o non usare) cosa (uno ve l’ho già spoilerato e un occhio attento lo avrà già notato!);
- l’apprendimento di una lingua straniera bisogna alimentarlo giorno dopo giorno. Vale per il calcio, vale per le relazioni, perché non dovrebbe valere per ciò che permette di “andare in Sardegna” a chi “tiene la lingua”?
Volete scoprire le delizie dell’attuale lingua “extracomunitaria”, l’inglese (come diceva un meme qualche mese fa, appena dopo la Brexit)?
Seguite i vari post con annesso materiale elaborato da me e ri-elaborato a partire da fonti della Rete o da libri di testo.
Ho anche creato delle mind maps con i vari trucchi e strategie per affrontare gli esami Cambridge dal livello A1 movers al B2.
Gli articoli saranno pubblicati di mercoledì e venerdì.
Per il momento vi lascio il link del sito creato con Webnode l’anno scorso durante un corso di formazione sui CDD (Contenuti Didattici Digitali): https://what-a-mess-with-the-english-grammar.webnode.it/.

Se questo articolo vi è piaciuto e/o se conoscete persone cui possa interessare, condividetelo sui vostri social network!
Nessun commento:
Posta un commento